Zintek per il Panlong Tiandi Cultural and Arts Centre di Shanghai: l’intervista all’architetto Zhu Xiaofeng
Lo Scenic Architecture Office, fondato a Shanghai nel 2004, è uno studio specializzato nell’utilizzo dell’architettura ontologica come linguaggio per rispondere ai bisogni dell’uomo, della natura e della società. In ogni progetto cerca di stabilire un equilibrio e una dinamicità tra questi tre elementi, attraverso nuovi ordini architettonici. Le opere di Scenic Architecture sono state ampiamente pubblicate dai media professionali internazionali e locali e sono state invitate a varie mostre internazionali di architettura. Sulla collaborazione tra Scenic Architecture Office e Zintek abbiamo intervistato l’architetto Zhu Xiaofeng.
Iniziamo con una visione d’insieme di questo progetto: dove si trova il Panlong Tiandi Cultural and Arts Center e quale sarà la sua destinazione d’uso?
L’edificio si trova a Shanghai, nel distretto di Panlong. Shanghai è una metropoli prevalentemente pianeggiante con alcune piccole colline e molti corsi d’acqua. In origine Panlong era un’antica città d’acqua, nella parte occidentale del fiume Hongqiao, molto rinomata per il commercio del riso. Durante la Seconda guerra mondiale, questo antico villaggio venne quasi totalmente distrutto, rimasero in piedi solo pochi edifici e un piccolo tempio. E tutto è rimasto così fino a quando il Shui On Group, una società immobiliare di Hong Kong, ha iniziato a pensare di dare nuova vita a questo antico villaggio. Il rifiorire di quest’area si lega al fatto che Panlong è situato in una zona strategica per la mobilità di Shaghai, ovvero lungo la linea 17 della metropolitana, a solo una fermata del nuovo National Exhibition and Convention Centre e a due fermate dalla stazione ferroviaria di Hongqiao e dall’aeroporto internazionale di Hongqiao. Un’area diventata, dunque, di altro pregio. Il costruttore però non voleva solo realizzare unità residenziali e centri commerciali, ma voleva anche ritrovare gli elementi tradizionali, reinterpretandoli in chiave moderna. Il primo intento è stato recuperare quello che era rimasto dell’antico centro storico: il quartiere ha, quindi, una parte centrale, l’antica città d’acqua, dove accanto agli edifici storici ristrutturati si collocano edifici nuovi costruiti con uno stile che definirei “tradizionale moderno”. La maggior parte di questi edifici è destinata a negozi, ristoranti e bar. Attorno a questo nucleo centrale è previsto poi un anello formato da parchi e zone verdi, dedicate ad attività ricreative, come lo sport, parchi giochi per bambini e anche aree destinate alla coltivazione. Infine, attorno a questo anello verde, sorgerà la parte residenziale caratterizzata da case e appartamenti di lusso. L’edificio che noi abbiamo progettato sarà un museo d’arte e sarà situato nella zona del parco proprio all’ingresso est della città. In questo contesto, si capisce perché stiamo cercando di sviluppare un design che sia allo stesso tempo contemporaneo ma con forti rimandi alla tradizione, rappresentata dalla presenza dei campi di riso. Quando tutto il quartiere sarà terminato, l’edificio sarà, quindi, gestito come museo d’arte. Al momento, la struttura e alcuni interni sono già stati completati. Ma il perimetro della città d’acqua è ancora in fase di costruzione e probabilmente verrà completata tra uno o due anni. A quel punto, verrà nominato un team creativo per la gestione del museo e delle relative mostre. L’edificio avrà una zona dedicata alle esposizioni e un’altra dedicata alla caffetteria per i visitatori. Avrà una funzione multipla: da una parte ospiterà diversi tipi di esposizioni e mostre, temporanee e permanenti. Dall’altra parte, ingloberà una piazza all’aperto e una serie di campi coltivati, che produrranno realmente riso. Quando i visitatori entreranno nel museo dal lato ovest dell’edificio passeranno sopra i campi di riso attraverso una passerella sopraelevata.
Qual è stato l’elemento più importante da considerare nella progettazione di questo edificio?
La luce è sempre uno degli elementi più importanti nella progettazione dei musei e anche qui è stata una componente particolarmente importante. Ci sono tre diversi livelli di luce all’interno dell’edificio. Il primo è lo spazio che si trova sotto i corridoi esterni: prima di entrare si è già nel progetto, camminando per le passerelle. Queste passerelle sono una delle caratteristiche distintive dei giardini cinesi. Per collegare l’esterno e l’interno non abbiamo solo aggiunto questi passaggi, ma abbiamo anche progettato un tetto che invece di essere spiovente verso l’esterno fosse aperto verso l’esterno, con ampie vetrate che incoraggiano le persone ad abbracciare l’ambiente circostante: le colture di riso, il fiume, l’area del parco. Così, reinterpretiamo in modo moderno la tradizione. Il secondo livello da cui proviene la luce sono le due aree interne: la hall e la zona bar. In queste due aree ci sono grandi finestre che permettono di godersi l’ambiente circostante. Il terzo livello è all’interno della galleria. In quell’area avevamo bisogno di avere le pareti per le mostre, quindi abbiamo deciso di avere una luce naturale che potesse essere molto ben controllata: abbiamo inserito un lucernario sul soffitto, combinando in questo modo la luce naturale con quella artificiale. In questo progetto il visitatore, man mano che cammina dentro il museo, ha la sensazione che la luce si riduca lentamente fino a quando entra nell’area espositiva vera e propria, dove la vista è già abituata all’illuminazione artificiale.
Come mai ha scelto Zintek per la soluzione del tetto di questo edificio e quali sono secondo lei i tratti distintivi dello zinco-titanio di Zintek?
Questa non è stata la prima volta che abbiamo usato lo zinco-titanio nei nostri progetti. In realtà, abbiamo iniziato a utilizzare zinco-titanio circa 10 anni fa, abbiamo fatto molti progetti usando questo specifico materiale; il tetto a falde è un elemento legato alla nostra cultura che viene sempre molto apprezzato. Ma questa è la prima volta che usiamo lo zinco-titanio di Zintek, dieci anni fa potevo scegliere solo tra poche aziende. Mentre stavamo lavorando all’ideazione del progetto di Panlong, non volevamo usare delle tegole tradizionali perché volevamo che il materiale fosse durevole, abbiamo quindi pensato che Zintek fosse una buona scelta. Nel passare in rassegna le altre aziende che producevano zinco-titanio, non ero soddisfatto dei colori che proponevano, in particolare per quanto riguarda il livello di grigio, che risultava sempre o troppo chiaro o troppo scuro, oppure virava troppo verso blu. Io invece avevo ben chiaro in mente il colore che volevo: una specifica tonalità tra il blu e il verde, che in cinese chiamiamo Qīng. Un altro motivo per cui ho preferito il prodotto della Zintek è la consistenza del materiale. Penso che lo zinco-titanio proposto da Zintek abbia una trama molto precisa e riconoscibile che si distingue anche da lontano. Se il materiale è troppo chiaro o troppo scuro è difficile percepirne la texture. Con il prodotto di Zintek, invece, anche se sei distante molti metri puoi percepire in modo netto la consistenza della trama e questo mi è piaciuto davvero molto. Avevo bisogno della trama per ricordare alle persone l’edificio tradizionale e per stabilire un ponte tra questo tetto e le tegole tradizionali; le tegole tradizionali hanno una consistenza molto forte in termini di trama. Ecco perché quando ho visto i prodotti Zintek ho detto: “Questo è esattamente quello di cui ho bisogno, quello che voglio”.
È stato facile usare lo zinco-titanio di Zintek?
Una delle proprietà dello zinco-titanio è proprio quella di essere un materiale facile da usare: quello prodotto da Zintek lo è sicuramente. Innanzitutto è morbido, è facile da trattare, da tagliare ed è facile ottenere un supporto tecnico dall’azienda. Per lavorare questo tipo di materiale non solo è necessario avere operai esperti, ma anche avere dei referenti in loco che guidino e aiutino gli installatori nella messa in opera, altrimenti potresti avere dei problemi.
Quale tipo di sviluppo crede possa avere lo zinco-titanio di Zintek nel mercato cinese?
Credo che Zintek abbia grandi opportunità di sviluppo nel mercato cinese. Negli ultimi anni, la costruzione di immobili per edilizia privata sta rallentando. Si sta riducendo la costruzione di edifici residenziali e di centri commerciali. Quello che invece continua a crescere è l’edilizia pubblica. Strutture come scuole, musei, università, teatri stanno sorgendo in tutte le città e questo fenomeno si protrarrà per lungo tempo. Penso che Zintek debba concentrarsi su questo tipo di commesse. Inoltre rispetto a 20 anni fa, o anche 10 o addirittura 5, il livello estetico della clientela cinese sta aumentando. I committenti stanno iniziando a rispettare le scelte degli architetti, ad apprezzare il buon design che può aggiungere valore ai progetti. I clienti stanno diventando sempre più giovani e ci sollecitano ad ampliare le nostre vedute e la nostra immaginazione. Il che è molto impegnativo, ma molto stimolante al tempo stesso. In questo specifico contesto penso, quindi, che le scelte cromatiche e la texture che Zintek riesce a offrire avranno molti vantaggi.