Opache, specchiate o trasparenti, rigidamente ortogonali o dalle curve morbide, le superfici esterne sono il manifesto di un edificio: comunicano il suo posto nel mondo, la sua funzione, la sua volontà di mimetizzarsi o, al contrario, di operare una plateale rottura col paesaggio circostante.

Nei secoli passati, materiali preziosi come il marmo, eredità del gusto classico greco-romano, rivestivano strutture in pietra, laterizi o legno, per magnificare la potenza e il prestigio dei committenti.
Nell’Ottocento, l’introduzione dell’acciaio, spesso associato al vetro, ha liberato gli architetti dalla rigidità degli schemi precedenti, consentendo di realizzare coperture fino ad allora inimmaginabili.
Con il Novecento, e lo sviluppo delle strutture portanti in cemento armato, la libertà di composizione si amplia ulteriormente: cade la necessità di separare copertura e facciata e si diffondono i rivestimenti continui, in cui non vi è divisione netta o cambio di materiali fra le pareti e il tetto di un edificio.

Negli ultimi vent’anni, da quando i requisiti tecnici e i regolamenti sull’efficienza energetica sono diventati più restrittivi e influenzati dallo sviluppo di stili di vita ecosostenibili, anche i rivestimenti hanno compiuto un balzo evolutivo, trasformandosi da “pelle” esterna a sistema reattivo composto da tutti gli elementi che morfologicamente e funzionalmente separano l’ambiente interno e l’ambiente esterno.
Ecco dunque l’ascesa degli involucri multistrato con capacità di “cuscinetto termico” e filtro selettivo nei confronti dei fattori climatici, che integrano sistemi di regolazione dell’irraggiamento e dell’abbagliamento, e delle facciate ventilate con l’integrazione di pannelli fotovoltaici monocristallini.

La ricerca tecnologica spazia dai nuovi materiali a quelli tradizionali come pietra, legno, mattone; sono però i rivestimenti metallici le vere star della nouvelle vague dell’involucro: i metalli striati, le lamiere nervate e i laminati tornano alla ribalta in edifici di grande rilevanza – si pensi al Museo Guggenheim di Bilbao con le sue iconiche coperture in titanio, o al Palazzo della Musica di Roma, le cui tre sale da concerto sono rivestite di sottilissime lastre di piombo.
Il metallo possiede una forza espressiva unica, capace di esaltare i materiali a cui si abbina, e la varietà delle proposte sul mercato moltiplica le occasioni d’impiego e la possibilità di dare un carattere originale agli edifici, mantenendo allo stesso tempo eccellenti caratteristiche tecnico-fisiche. Ricerca e innovazione hanno infatti permesso di creare leghe dalle caratteristiche straordinarie – come lo zinco-titanio.
L’essenzialità del rivestimento in metallo, la pulizia, la neutralità cromatica facilitano la sua integrazione con altri materiali, mentre la versatilità ne fa l’elemento perfetto per costruire sul costruito, recuperando edifici esistenti.