“Così disposte ai lati del canale, le abitazioni facevano pensare a luoghi naturali, ma di una natura che avesse creato le proprie opere con un’immagine umana”.
Descrive così Marcel Proust, uno dei più importanti scrittori francesi, l’esperienza di muoversi a Venezia. Quasi come se incedere tra le sue calli sospese sull’acqua e le sue piazzette (campi e campielli) che si aprono all’improvviso dopo un susseguirsi di viuzze sempre più strette, fosse un’esperienza difficilmente assimilabile al normale andare a spasso per una città. E come dargli torto? Passeggiare a Venezia significa infatti galleggiare sulle oltre 100 isolette che la compongono e ne disegnano i contorni sinuosi.
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Ma a riscrivere le forme del capoluogo lagunare sono stati negli anni anche gli interventi di restauro e le variazioni d’uso di diversi edifici che, viste le peculiarità dell’area, hanno richiesto sapienti progetti e delicati interventi allo scopo di preservare il fascino originario di questo luogo che tutto il mondo ci invidia. Due esempi di restauro particolarmente riuscito sono rappresentati da Le Conterie e Molino Stucky.
Struttura industriale dismessa – ospitava una fabbrica per la produzione di perle di vetro, dette “conterie” – e oggi spazio che ospita alloggi, Le Conterie rappresenta una delle operazioni più felici perché guidata dalla volontà di conservare l’assetto e i colori originari. Motivo questo che ha spinto a mantenere la struttura di mattoni rossi e a sottolineare l’ex destinazione produttiva attraverso forme essenziali e coperture in zintek®, materiale che si adatta al contesto lagunare vista la sua ottima resistenza agli elementi naturali, acqua inclusa.
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Destinazione diversa ma stessi materiali per un altro progetto che racconta l’attenzione al recupero delle costruzioni che hanno fatto la storia di Venezia: l’ex Molino Stucky. Tipico esempio dell’architettura industriale dell’800, la struttura è stata trasformata qualche anno fa in un albergo a 5 stelle. Una destinazione d’uso che ha richiesto ovviamente una cautela ancora maggiore e una selezione ancora più attenta dei materiali, in modo da non tradire l’unicità di un edificio che per la sua particolarità ha segnato la storia e il volto della città. A questo scopo, anche per il Molino Stucky sono stati scelti materiali dai colori e dalle caratteristiche il più possibile simili a quelli originari.
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È questo il caso dello zinco che ne disegnava anticamente i tetti, e che nella nuova versione è stato sostituito dallo zintek®, capace di restituire altrettanto bene quel dialogo fatto di riflessi e illusioni ottiche tra acqua e cielo che è quasi la firma di Venezia stessa.