Quelli che oggi sono riconosciuto come i grandi nomi del design italiano e internazionale, dai fratelli Castiglioni a Gio Ponti, passando per Ettore Sottsass e Joe Colombo, erano (e sono) prima di tutto architetti. La formazione di coloro che hanno fatto grande la storia del design, non solo del Belpaese, è passata inevitabilmente per le aule delle facoltà di Architettura.
Design, arte e architettura da sempre scorrono nel DNA della cultura italiana e le istituzioni che ne formano le menti creative non possono che godere di grande riconoscimento internazionale. A confermarne il ruolo qualitativamente importante, i risultati dell’ultimo Quacquarelli Symonds World University Rankings e la sua classifica delle migliori università di architettura al mondo, che include ben sette facoltà italiane.
Su tutte primeggia il Politecnico di Milano, che entra di rigore nella top ten mondiale per la sua facoltà, premiata per i programmi di formazione in grado di interpretare il cambiamento della società contemporanea e il grande investimento fatto in laboratori di ricerca e in un campus all’altezza degli standard internazionali.
Uno sguardo oltre confine ci racconta di una Gran Bretagna all’avanguardia, che mira a farsi strada nel campo dell’architettura contemporanea: a cominciare dalla Bartlett School of Architecture, storicamente una delle scuole più importanti in Europa, riconosciuta per la continua ricerca sperimentale, e che ha visto salire in cattedra anche Frank Gehry.
A seguire la Manchester School of Architecture: l’università annovera tra i suoi più noti studenti Sir Norman Foster, famoso per aver progettato l’audace 30 St Mary Axe di Londra. A chiudere la University of Cambridge, seconda più antica università in Gran Bretagna, il cui Dipartimento di Architettura, sebbene istituito “solo” nel 1912, è oggi considerato uno dei centri più all’avanguardia nella ricerca.
Trovano posto nelle prime dieci posizioni anche la Delft University of Technology (Olanda) e l’ETH Zurich – Swiss Federal Institute of Technology, che si aggiudicano rispettivamente il terzo e quarto posto.
Solo tre le facoltà extra europee che entrano nella top ten, a conferma che il vecchio continente continua a ricoprire il ruolo fondamentale di incubatore di talenti, d’arte e, più in generale, di cultura.