Bilbao
Una città in continua evoluzione: così Bilbao ama introdursi ai suoi visitatori.
Negli ultimi decenni il capoluogo
della Biscaglia ha infatti dato il via a una serie di politiche
economiche innovative, investimenti in cultura e nella trasformazione di
interi quartieri che ne hanno radicalmente cambiato il volto,
permettendole di aggiudicandosi il premio di “Città europea dell’anno”
agli Urbanism Awards 2018. Una mutamento non solo fisico, ma soprattutto
sociale, economico e culturale.
Il piano di riqualificazione della città basca ha avuto inizio alla fine degli anni Ottanta, quando l’amministrazione locale propose alla fondazione Solomon R. Guggenheim l’idea di realizzare un proprio museo a Bilbao. Il risultato: volumi flessuosi, in vetro e titanio, che plasmano il profilo del Museo Guggenheim, opera dell’architetto Frank O. Gehry. Considerata uno dei più spettacolari edifici del decostruttivismo, la galleria è circondata da altre opere divenute negli anni simbolo della città: il ragno di Louise Bourgeois, la scultura con sfere di metallo di Anish Kapoor, Puppy e i Tulipani di Jeff Koons.
Visitare Bilbao è come proiettarsi nel futuro; la città è un unicum spagnolo in quanto ad architetture innovative e avveniristiche e, in loro, si legge la mano delle archistar: tutto sembra parlare di design.
Altri “must” da non perdere per gli appassionati sono Zorrotzaure, penisola artificiale completamente riqualificata con un grandioso progetto di Zaha Hadid; la metropolitana firmata da Norman Foster; l’arco rosso di Daniel Buren che sormonta il ponte La Salve; le due torri simmetriche di Arata Isozaki e l’affascinante Zubizuri, il ponte pedonale bianco e sinuoso di Santiago Calatrava.
Oggi, comunque, la vera forza di Bilbao non sta tanto nel suo landmark, bensì nella capacità strategica di politici e urban planner di convertire una città soffocata da acciaierie e container in un’area con una nuova vocazione turistica e culturale a misura d’uomo.
Porto
Dopo oltre una decade di inesorabile dislocamento dei suoi abitanti verso zone più comode e residenziali, la cittadina portoghese di Porto è tornata a ripopolarsi.
I numerosi progetti promossi dal comune, in collaborazione con privati, hanno portato al rilancio del centro storico e al recupero del contiguo quartiere di Ribeira. Oggi l’insieme di queste aree è un mix eclettico che intreccia la città monumentale, con i suoi palazzi e le decorazioni rococò in oro massiccio della Igreja de São Francisco, alle gallerie d’arte contemporanea ed edifici di moderna ispirazione.
Porto vanta da sempre la fama di città di grandi architetti: qui è nato e ha studiato Álvaro Siza Vieira, premio Pritzker nel 1992, così come il suo discepolo Eduardo Souto de Moura. La facoltà di architettura dell’Università è tra le più prestigiose in Europa, e venne progettata da Siza stesso. Sempre dalla mano di quest’ultimo è nato il Museo Serralves di Arte Contemporanea, edificio minimalista in calcestruzzo e acciaio: pavimenti in legno, pareti bianche, saloni e piccole stanze ospitano dipinti, fotografie e installazioni dei principali artisti internazionali dagli anni sessanta ad oggi.
Ma la Porto progettata da Souto de Moura non è certo da meno: tra le opere più note lo stadio di Braga e l’Edificio Burgo, un complesso geometrico con un grattacielo di 18 piani, e la stazione della metropolitana Trinidade.
Per un architour completo non può infine mancare una visita alla Casa da Música inaugurata nel 2005 e progettata dall’architetto olandese Rem Koolhass: un’astronave bianca atterrata a Boavista, icona di Porto Capitale Europea della Cultura, a ricordare che la vecchia città rimane solo un ricordo, seppur ancora vividissimo.