La millenaria città di Xi’an, capoluogo della provincia cinese dello Shaanxi e antico punto di partenza della Via della Seta, ospita dal 2022 una delle filiali dell’Archivio nazionale delle pubblicazioni e della cultura (in inglese National Archives of Publications and Culture, da cui l’acronimo NAPC col quale è spesso indicato). L’archivio, voluto dal Comitato centrale del Partito Comunista Cinese, comprende una sede centrale, a Beijing, e tre sedi distaccate a Xi’an, Hangzou nello Zheijang e Guangzhou nel Guangdong.
Scopo dell’istituzione è preservare e diffondere l’eredità culturale e politica della Cina attraverso le sue pubblicazioni: nelle diverse sedi sono raccolti libri antichi, testi religiosi, stampe, genealogie famigliari, monete, francobolli, tavolette in legno e perfino resti ossei utilizzati in passato dagli oracoli per interpretare il futuro. Attualmente le collezioni comprendono circa 25 milioni di elementi, fra volumi e oggetti, ma l’obiettivo è di arrivare a oltre 100 milioni. L’Archivio dispone inoltre di una ricchissima collezione di edizioni digitali di documenti e testi classici.
La filiale di Xi’an
Fra gli oltre 50.000 volumi conservati al suo interno, la filiale di Xi’an dell’Archivio custodisce sette preziose edizioni storiche del Manifesto del Partito comunista appartenenti a diverse epoche: la consuetudine di raccogliere più versioni di uno stesso testo, che testimoniano l’approfondimento di testi considerati seminali e la loro diffusione nel Paese, ha una lunga tradizione nella storia cinese, e si ritrova in tutte le maggiori dinastie. La filiale di Xi’an ospita anche due mostre dedicate all’importanza della regione dello Shaanxi nella storia cinese.
La prima, intitolata Trasmettere un patrimonio storico – Pubblicazioni sulla cultura classica cinese (sezione Cina occidentale), si sviluppa su oltre 2.000 mq e presenta più di 1.700 oggetti tra manoscritti, antiche iscrizioni e raffinati artefatti.
La seconda, L’eredità culturale. Un’unica cultura nel vasto territorio della Cina – Pubblicazioni sulla Via della Seta, è suddivisa in cinque sezioni e copre uno spazio di 772 mq, con circa 600 reperti che rievocano il valore della Via della Seta non solo come essenziale arteria commerciale ma, soprattutto, come simbolo dell’incontro e del dialogo tra Oriente e Occidente.
Il progetto
Creare il nuovo simbolo dell’eredità culturale cinese: questo il principio che ha guidato la progettazione delle sedi dell’Archivio nazionale delle pubblicazioni e della cultura. Un simbolo capace di unire la tradizione costruttiva locale con le tecnologie più recenti, soprattutto in termini di sicurezza per la conservazione dei reperti. Non è un caso, infatti, che i quattro complessi museali siano stati edificati in zone montuose, semi protetti dalla natura e in grado di tramandare i tesori della cultura cinese alle generazioni future.
La filiale di Xi’an si trova sul monte Guifeng, nella catena del Qinling. Circondata da fitti boschi, esemplifica la necessità di raggiungere un’armonia tra essere umano e natura, materialità e dimensione spirituale, rispetto del paesaggio e necessità costruttive. Solo un’architettura consapevole e attenta, infatti, può smussare le contraddizioni fra uomo e ambiente e condurre al raggiungimento di una meditata concordia.
L’architetta Zhang Jinqiu (张锦秋)
Il progetto della filiale di Xi’an è stato affidato all’Istituto di progettazione e ricerca architettonica del nord-ovest della Cina (CSCEC) guidato da Zhang Jinqiu (张锦秋) architetta, docente presso l’Università Tsinghua di Pechino e, dal 2011, membro dell’Accademia cinese di ingegneria. Capo-architetto del Gruppo per la progettazione delle costruzioni della capitale della Cina fin dal 1987, nel 1991 Zhang Jinqiu è stata insignita dal Governo cinese del titolo di Maestro della costruzione e, nel 1994, del riconoscimento di Accademica di Cina.
Il suo lavoro, profondamente influenzato dall’architettura tradizionale cinese, rappresenta un incontro felice tra scienza ed estetica, suggestioni antiche e design moderno, e si distingue per alcuni elementi ben definiti: il focus sulla simmetria centrale, l’ordine gerarchico fra gli elementi, l’integrazione fra edifici e giardini. Tra le opere principali progettate da Zhang, concentrate soprattutto nel territorio di Xi’an, possiamo citare il Museo di storia e la Biblioteca provinciale dello Shaanxi, il giardino Tang Furong, il museo del sito di Danfengmen e i padiglioni per l’Esposizione mondiale dell’orticultura di Xi’an.
La struttura
Il complesso sorge lungo un pendio a 15 gradi di inclinazione. Per sfruttare al meglio la differenza di 77 metri tra la parte più in alto e quella più in basso del terreno, il team di architetti ha suddiviso la struttura in un padiglione principale e una serie di padiglioni accessori, dislocati su sei diversi livelli. L’insieme risulta in questo modo particolarmente imponente, grazie anche al rapporto visivo che si crea fra verticalità del panorama montagnoso e quella orizzontale delimitata al lati della struttura dalle sorgenti Wenji e dai ruscelli che scendono dal monte Taiping.
Gli edifici sono disposti simmetricamente rispetto all’asse centrale, e aumentano in altezza salendo dal basso fino alla cima, dove sorge il Padiglione Wenji, cuore della struttura e principale punto di accesso. La vasta area verde posta nel mezzo del complesso e circondata dalle costruzioni su tre lati, ricorda un antico giardino.
Con la sua forma quadrata e le pareti in pietra, il Padiglione Wenji richiama il tipico stile delle dinastie Han (206 a.C.-220 d.C.) e Tang (618-907 d.C.), ed è sormontato al centro da un grande tetto a doppia falda, simbolo di grazia e solidità architettonica, e da due coperture a doppia piramide ai lati.
Per ottenere i tipici tetti a bassa pendenza con ampie gronde, sono stati impiegati materiali tecnologici e sostenibili, integrati a una robusta base rustica. Tutte le coperture sono realizzate in zinco-titanio zintek® di colore Grigio Roccia della serie «The Color Line» prodotto da Zintek di Venezia Porto Marghera. Le lastre di zintek® sono state posate in doppia aggraffatura, e ricoprono una superficie totale di circa 35.000 mq.
Appena varcata la soglia del padiglione, i visitatori sono accolti da una parete solenne, alta 20 metri e larga 90, interamente ricoperta di libri; a guardia della collezione si trovano due creature leggendarie legate alla mitologia sinica: da una parte Tianlu, custode della ricchezza e protettore contro gli spiriti maligni; dall’altra Qilin, animale dall’aspetto chimerico, considerato portatore di buona fortuna, pace e protezione. Anche nell’interior design, infatti, le filiali dell’Archivio nazionale delle pubblicazioni e della cultura omaggiano la storia e le tradizioni cinesi, introducendo elementi decorativi come composizioni calligrafiche, combinazioni di colore classiche e pattern di squisita fattura.
Simbolo culturale di una nuova era
Intervistato da China News Service, il direttore dell’Archivio nazionale Liu Chengyong (刘成勇) ha riassunto in modo mirabile la missione dell’Archivio nazionale: tramandare la cultura cinese e rafforzarne il valore, mostrare all’estero l’immagine di un grande Paese e promuovere il dialogo fra diverse civiltà. L’Archivio “costruirà un ponte per gli scambi e l’apprendimento reciproco tra la Cina e i paesi stranieri”, e aprirà una finestra culturale affinché il mondo capisca meglio la Cina e la Cina capisca meglio il mondo.