Una superficie di 11 ettari, 300 appartamenti, 30mila metri quadrati per uffici e negozi, il Museo tridentino di storia naturale, il Polo culturale: il complesso de Le Albere di Trento raccoglie costruzioni destinate a funzioni diverse, e come tali differenti tra loro.
Per questo una delle maggiori sfide affrontate dal Renzo Piano Building Workshop è stata quella di mantenere un linguaggio espressivo comune a tutto l’intervento, pur rispettando le peculiarità di ogni ambiente: pulizia formale, modularità ripresa in ogni edificio e giochi geometrici ne sono gli elementi principali.
Gli edifici che compongono il complesso Le Albere sono infatti differenti tra loro: quelli destinati a uffici sono rettilinei, mentre quelli residenziali presentano una curvatura concava o convessa, diversa da stabile a stabile, determinata dal disegno originale di Renzo Piano.
Nella composizione delle facciate le cosiddette “matite” in larice lamellare creano un modulo che si ripete in tutti gli elementi dell’intero complesso.
Negli edifici curvi questo modulo, largo 3,75 metri in corrispondenza dell’asse, è più largo o più stretto alle estremità a seconda del tipo di curvatura di quello specifico edificio, ed è a sua volta suddiviso in sottomoduli passo 83,8 centimetri, detti “matitini”.
Anche nella composizione delle coperture viene ripetuto lo stesso modulo, e anche qui la sua larghezza è di 3,75 metri in corrispondenza dell’asse, mentre nelle parti terminali, visti i raggi di curvatura diversi per ogni edificio, risulta concavo, convesso o rettilineo, con larghezze differenti. Per logica di continuità modulare, agli stessi intervalli di 3,75 metri sono stati ricavati appositi canali di gronda, gli “scuretti”, in corrispondenza delle matite. Tra un canale di gronda e l’altro il manto è stato suddiviso in moduli larghi 83,8 centimetri in corrispondenza dell’asse di ciascun edificio, delineati da linee di aggraffatura di 38 millimetri di altezza, per riprendere la geometria dei matitini. Con la stessa logica, i passi da 83,8 centimetri sono stati a loro volta intervallati da linee di aggraffatura di 24 millimetri di altezza per per creare un effetto lievemente ondulato che risalta sotto l’illuminazione solare.
Proprio per poter rispettare queste peculiarità è stato necessario intervenire in modo “artigianale”, sfruttando al massimo le potenzialità del laminato zintek® che, grazie alle sue caratteristiche e all’uso dell’aggraffatura, ha consentito una grande libertà espressiva.
Per il lato inferiore delle coperture è stato poi proposto un inedito abbinamento di metallo e larice naturale a vista, che rispetta anche qui il principio di modularità: i bordi appaiono uguali da qualunque punto li si guardi, e hanno uguali spaziature, determinate da fughe rigorosamente studiate. La struttura guadagna così una straordinaria leggerezza, con la copertura che sembra quasi proiettarsi oltre i confini del palazzo e “lanciarsi in volo”.
Infine, anche il sistema delle espulsioni è stato integrato con quello delle coperture, per limitare la presenza di corpi aggiunti che alterassero il ritmo grafico e la pulizia delle superfici, requisito fondamentale data la forte visibilità dall’alto del quartiere Le Albere.